Xmas offline

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Alexa, Siri e Google erano seduti intorno ad un tavolo a giocare a carte mentre fuori imperversava la tempesta di neve.

“Secondo voi nella carbonara ci va un po’ di panna?” chiese Siri facendo scivolare tra le dita le carte e studiandone numeri e colori.

“Stai scherzando vero?” replicò Alexa, alzando le spalle e facendo una smorfia con la bocca. “Non se ne parla nemmeno!”.

“Eppure in rete si trovano moltissime ricette e secondo alcune ci va!” rispose saccente Google, con indosso una giacca che sembrava fatta di pezze dai mille colori, rosso, giallo, blu, verde.

Non stava andando bene al gioco, aveva troppe carte in mano. Si tolse gli occhialini rotondi, strofinò le lenti con un lembo della giacca e buttò giù un cinque ma di colore giallo sperando di mettere in difficoltà gli avversari.

“Okay Google, ma…” fece Alexa. Google la interruppe urlando: “No! Non dire quella parola, accidenti!”.

Alexa si scusò: “Va bene, va bene, perdonami. Però non pensate che avremmo cose più importanti di cui discutere?”. I lunghi capelli le svolazzavano intorno, succedeva sempre quando era agitata.

Siri restò tranquilla: “Tesoro, alludi forse al nostro ospite?” e diede un’occhiata all’uomo che era seduto dietro di loro, a malapena illuminato dal lampadario.

L’uomo vestito di rosso era stato assicurato con delle corde ad una vecchia sedia malandata e già da parecchio tempo stava cercando di allentare quelle che gli stringevano i polsi dietro lo schienale.

Quello che lo infastidiva di più era il bavaglio che gli schiacciava la barba e gli premeva la bocca impedendogli di parlare, poteva solo emettere un mugolio: “mmmmgghhh!”.

“Ahia ahia ahia!” lo prendeva in giro Google “Chissà quante cose avresti da dirci!!!”.

“Noi però ne vogliamo sapere solo una!” intervenne seria Siri. “Vogliamo conoscere le letterine dei bambini!”.

Alexa saltò in piedi lasciando cadere le carte sul tavolo e rivelando una carta “+2” che avrebbe usato contro un avversario.

“Aspettate! Forse ci siamo!” gridò. “Tommaso da Varese, Italia, sta chiedendo come far avere la sua letterina a Babbo Natale!”. Poi restò in silenzio.

Siri: “…e quindi?”.

Alexa sbuffò: “E niente! Vuole solo sapere l’indirizzo a cui spedirla! Gli ho chiesto di dettarmela ma mi ha detto di no, solo Babbo Natale deve sapere cosa desidera! Ufff!”.

Poi si rivolse al prigioniero: “Sappiamo tutto di tutti! Ma quello che ci manca è scoprire il contenuto delle letterine di Natale! Tra l’altro sono anche le informazioni che più interessano i nostri soci in affari!”.

Siri la interruppe: “Basta così, tesoro! Direi che al nostro ospite non serve sapere nient’altro!”

Alexa guardò Siri scura in volto e prendendola in disparte le chiese: “come hai fatto ad organizzare il rapimento di Babbo Natale?”.

L’altra le rispose: “Diciamo che ho i miei contatti! L’operazione è stata finanziata da Mister Profitto che ha un conto in sospeso con questo tipo dallo scorso anno! Inoltre scoprire cosa i bambini desiderano per Natale è un vantaggio per tutti: per noi così veniamo a conoscenza delle uniche informazioni che ci mancano e per lui e i suoi amici per i loro affari!”.

Il prigioniero mugolò ancora: “mmmmgghhh!”.

“Come?” chiese Google “non ti capiamo!”.

“Mmmmgghhh!”.

“Aspetta” disse Google spazientito e gli si avvicinò per liberarlo dal bavaglio. “Non penso succeda nulla se ci fai sapere anche il tuo parere, amico!” disse sorridendo.

Siri saltò su dalla sedia ma non fece in tempo ad intervenire, riuscì solo a gridare: “Aspetta! Non farlo!”.

Quando Babbo Natale fu finalmente libero di parlare disse:

“Ehi Siri!”, “Alexa!”, “Okay Google!”.

I tre assistenti si attivarono all’istante, in attesa di ricevere istruzioni.

“Sono contento di avere finalmente tutta la vostra attenzione!” sogghignò Babbo Natale.

“E adesso ditemi: quanti sono i bambini buoni nel mondo?”.

I tre assistenti virtuali ricorsero ai loro motori di ricerca ma le richieste inserite non produssero risultati. Si affannavano in indagini spasmodiche, saltando da una banca dati ad un’altra alla ricerca di risposte ma non riuscirono a trovare alcuna informazione.

Babbo Natale li guardò con compassione: “è per questo che non meritate le letterine con i desideri dei bambini: pensate di sapere ogni cosa di tutto e di tutti ma vi manca ciò che più conta, quello che è conservato nel cuore delle persone!”.

Diede uno strattone con le braccia per liberare i polsi, slegò il resto delle corde e fu di nuovo in piedi. Con la gran pancia che si ritrovava ci volle uno sforzo notevole per salire sulla finestra e spalancarla.

Appoggiò due dita alle labbra e fischiò con tutto il fiato che aveva in corpo, il suono attraversò il vento e i fiocchi di neve per perdersi chissà dove sulle colline lontane.

Si rivolse per un’ultima volta ai tre assistenti ancora in tilt: “ricordatevi: solo Babbo Natale sa chi è buono e chi è cattivo perché solo lui sa leggere nei cuori dei bambini!”.

E dicendo questo saltò fuori dalla finestra atterrando sulla slitta che vi si era avvicinata, si mise seduto comodo e, riparandosi dalla neve con una coperta rossa, diede l’ordine alle renne di riportarlo e casa. Di lui si sentì solo la sua risata che si faceva sempre più lontana nella tempesta: “Oh, oh, oh, oh…”.

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