
Autunno 2021. Dal suo banco vicino alla finestra Andrea gioca con l’elastico della mascherina e osserva distratto le foglie che si staccano dai rami e si adagiano sul terreno dopo aver volteggiato nell’aria.
La maestra Adele, da dietro la cattedra, sta spiegando le fasi del ciclo dell’acqua mentre Paolo e Sara, pur essendo in banchi distanti, si lanciano occhiate d’intesa da sopra le loro mascherine (lui ne ha una di fantasia militare, quella di lei è glitterata e sono fidanzatini dai tempi dell’asilo). Tommaso, con aria guardinga, si abbassa sotto il banco mentre la maestra è distratta, strappa il quaderno di geografia e infila pezzetti di carta sotto la mascherina, li lavora un po’ nella bocca, poi li tira fuori, li appallottola e li lancia verso la nuca di Giovanni, tre banchi più avanti, che si gira e gli rivolge un’occhiataccia quando viene colpito da un proiettile di carta impastato di saliva.
“Con il calore del sole l’acqua degli oceani evapora e…Andrea!!!” – al grido della maestra Andrea sobbalza dal banco. “Andrea, sei sempre distratto! Di cosa stavamo parlando?” domanda Adele.
Andrea, più che ascoltare i suggerimenti bisbigliati dai suoi compagni, si domanda perché la maestra sgridi proprio lui che era solo distratto, senza accorgersi di che stava combinando Tommaso. Dà una sbirciatina due file di banchi più indietro, cerca di capire (senza farsi scoprire) se Francesca lo sta guardando (oggi indossa un vestitino a fiori e ha i capelli biondi raccolti in una lunga treccia) mentre la maestra lo sgrida.
“Sei sempre con la testa fra le nuvole” continua la maestra “e quando ti chiedo qualcosa fai orecchie da mercante!” e mentre sta mimando la sua personalissima interpretazione di cosa significhi fare “orecchie da mercante”, inavvertitamente con la mano strappa un elastico della mascherina dai colori della bandiera italiana che sta indossando.
La mascherina tricolore volteggia nell’aria (proprio come le foglie fuori dalla finestra) e finisce per terra davanti alla cattedra.
La maestra rimane incredula, quasi paralizzata, poi comincia ad agitare le mani in modo confuso e a bofonchiare qualcosa sulla sicurezza e sul fatto che è sprovvista di una mascherina di riserva.
Tutta la classe sta fissando la maestra agitata ed è in quel momento che la porta dell’aula si spalanca e compare il direttore della scuola.
Adele va ancor più in agitazione e balbetta qualche giustificazione per il fatto di non indossare alcun dispositivo di protezione personale ma il direttore Filippide non sembra affatto preoccupato. Anzi, sorride con gli occhi da sopra una mascherina con il nome e logo della scuola, con la mano sinistra sventola dei fogli freschi di stampa e con la mano destra si sfila la mascherina dalle orecchie.
L’espressione della maestra passa dallo smarrimento al terrore puro. “Direttore, ma…ma che fa?” sussurra.
“Si tranquillizzi, Adele!” – si affretta a rincuorarla il direttore con il tono di voce più affabile che riesce a sfoderare – “è appena arrivato un decreto dal Ministero: l’emergenza è finita!”.
La maestra rimane in silenzio, sbatte le palpebre due o tre volte e prova a deglutire ma non ci riesce. “Vuole dire che…è tutto finito?”.
Il direttore annuisce, anche lui visibilmente emozionato, e improvvisamente gli sembrano lontani anni luce i giorni in cui, sull’onda dei timori e delle preoccupazioni, aveva vietato in tutta la scuola i giochi in cortile e persino imposto l’intervallo a turni.
Solo in quel momento Andrea si rende conto che il direttore porta un paio di baffi che fino ad allora erano sempre rimasti nascosti sotto la mascherina.
La maestra Adele si illumina, sorride con le labbra scintillanti di un rossetto color porpora che nessuno aveva mai visto in classe e proclama ad alta voce:
“Ragazzi, l’emergenza è terminata! Possiamo rimuovere i presìdi di sicurezza che abbiamo adottato in tutti questi anni!”.
Nessuno capisce cos’ha detto e segue un lungo silenzio amplificato da espressioni attonite. Il primo a riprendersi da quello stordimento generale è Tommaso: stringe la mano sulla mascherina della Juve e se la strappa letteralmente dal viso, la lancia in aria e scatta in piedi con un urlo di gioia.
Subito dopo Andrea, che quella mattina aveva risposto alla domanda di rito della mamma: “Che mascherina vuoi oggi, tesoro?”. “Mamma, oggi prendo quella blu! Magari quella rossa domani!”. Non sapendo che non ci sarebbe stato un domani per la mascherina rossa.
Toglie la mascherina blu e la lancia in aria ma l’emozione è troppa e l’urlo di gioia non gli esce proprio dalla gola.
Quello che segue in classe è uno scatenarsi di urla di gioia e stupore: i ragazzi della 2C della scuola Carducci si frequentano quasi tutti i giorni ormai da più di un anno ma quella mattina è come se si conoscessero per la prima volta.
Andrea si ritrova in un turbinio di mascherine colorate che volano in aria e riempiono l’aula come se qualcuno avesse di colpo aperto delle gabbie piene di farfalle, per poi ridiscendere sul pavimento, destinate ad essere calpestate dai piedi scatenati degli alunni.
Tommaso lo raggiunge e gli stringe la mano con un sorriso: Andrea aveva sempre pensato che dovesse avere il mento così pronunciato, lo aveva capito dal profilo della mascherina. Poi Tommaso corre verso Giovanni che era l’unico rimasto con la mascherina indossata, un po’ stordito. Lo raggiunge, si ferma davanti a lui, con delicatezza rimuove entrambi gli elastici, si lancia la mascherina alle spalle, poi sospira e abbraccia il compagno che non sa se essere più stupito dal poter finalmente respirare senza quel pezzo di stoffa sulla faccia oppure dal fatto di essere abbracciato dal compagno che lo aveva sempre preso di mira con i suoi scherzi.
Mentre Sergio e Luca spingono i loro banchi per stare finalmente vicini e Claudia mostra fiera a tutti i suoi compagni un fantastico apparecchio fisso sui denti, Shannon e Samantha provano il loro saluto speciale con i palmi delle mani, giurandosi amicizia eterna. Paolo si avvicina a Sara e timidamente le sfiora la mano: non avrebbe mai immaginato che anche le sue labbra fossero così graziose. Sara lo stringe in un abbraccio.
Francesca raggiunge Andrea, gli prende la mano, posa un bigliettino piegato più volte nel palmo e gli richiude le dita. Andrea in quel momento scopre che ha un neo vicino alla bocca, proprio come quella foto di un’attrice bionda su un poster appeso non ricordava più dove.
La maestra Adele ha gli occhi lucidi ma si riprende in fretta dall’emozione: va a chiudere la finestra che veniva spalancata spesso più volte durante la mattina e può finalmente regolare la valvola del calorifero ad una temperatura più bassa.
Nella confusione non si era accorta che il direttore era scomparso ma all’improvviso capisce esattamente dove si trova: dalla classe accanto si alzano delle urla di gioia, e poi in quella successiva e poi in un quella dopo ancora, come fosse un’onda dirompente che va ad infrangersi sul muro in fondo al corridoio del primo piano, seguita dalla risacca, raccogliendo paura e incertezza del domani per portarle via lontano.
