
Ore 10:00, una mattina come tante di questa scuola a distanza: lezione di italiano. Niente panico.
La mamma di Tommaso prende fiato, sa che può farcela solo se riuscirà a mantenere il controllo.
Zoom, Skype o Google? No no, si usa Meet. Il secondo dilemma è: computer o smartphone?
Respiro profondo…
Ragiona velocemente: ormai ha imparato che dal computer “va meglio” però se, disgraziatamente la lezione di Tommi dovesse protrarsi oltre le 11:00 andrebbe a sovrapporsi con quella della sorellina Giulia.
Che fare? No no da smartphone è inaccettabile, lo schermo è troppo piccolo, vede al massimo la maestra e uno o due compagni, e se la maestra condivide qualcosa non è sicura che si veda bene, okay è deciso, si passa al PC.
Ora le serve il link alla lezione, ma dove si trova? Comincia la caccia al tesoro, qualche insegnante lo inserisce nel “planner”, qualcuno lo inserisce nel “live forum”, in qualche caso…è anche stato sostituito al volo!
ClasseViva…aula virtuale, planner, whatsapp, la ricerca si fa spasmodica…non manca poi molto alle 10:00 e lei tutto sommato ci tiene che il figlio faccia bella figura e sia in orario. Va bene, è a distanza ma pur sempre di lezione si tratta, è tutto quello che rimane della scuola!
I minuti volano, per fare in fretta accede a ClasseViva dallo smartphone, ecco siamo nel calendario, ecco l’appuntamento della lezione, ma adesso come fa a copiarlo sul PC? Sono due dispositivi differenti…
Respiro profondo…
Sa che non deve cedere al panico, lo deve a suo figlio Tommi.
Seleziona l’appuntamento sul telefono e si apre l’app di Meet, pensa “no accidenti non da qui!”, poi in alto la salvezza: “Quello è il link della video-lezione!”, “coraggio, non è così complicato”.
Si sposta al PC, apre il programma per navigare in internet e ricopia l’incomprensibile sequela di caratteri che appare sullo schermo del telefono.
Preme “Invio” con un po’ di apprensione, accidenti! Il computer restituisce un errore.
Respiro profondo…
Ricontrolla con attenzione, aspetta, forse si tratta di una “elle” e non di un “1”, si forse è così, del resto sono tutti caratteri, ci riprova.
Preme di nuovo “Invio”, stavolta più con disperazione che apprensione, il computer ci pensa un po’, poi finalmente visualizza una schermata più familiare.
Ci siamo, ci siamo! Ah no c’è un errore, ma perché? Aspetta! lo sa il perché!
La sera prima ha dovuto utilizzare il computer per un meeting con i colleghi (hanno solo un PC in casa) e ha utilizzato il suo account. Sa cosa deve fare, lo deve sapere per forza.
Si disconnette dal suo account Google, ora deve accedere con quello del figlio ma…dove sono l’utente e la password? Parte la ricerca frenetica tra tutte le scartoffie che da un paio di mesi hanno conquistato il tavolo della sala: una volta ospitava solo un bellissimo vaso di fiori ma adesso è il regno del caos tra appunti di lavoro, libri di scuola, gomme e matite.
Emerge dal caos un post-it, sopra scorge il nome utente e password di Tommi.
Le 10:00 sono trascorse già da qualche minuto ma, niente panico, una volta loggati si può saltare l’approvazione della maestra, si entra direttamente a lezione!
Inserisce il nome utente, poi la password, digita velocemente ma concentrata, nessun errore ammesso!, vede già qualche compagno di classe connesso e si concede anche il tempo di pensare “ma questi come fanno sempre a fare tutto in modo corretto?”, entra nella lezione…okay siamo dentro, ce l’abbiamo fatta!
Fa un balzo indietro nell’attimo in cui si avvia la videocamera per non essere ripresa. Nel momento in cui il volto della maestra viene visualizzato a pieno schermo finalmente si rilassa.
Tommi saluta i compagni ma la maestra subito scrive in chat: “Tommaso, attenzione non ti si sente, accendi il microfono!”
Respiro profondo…
Perché non va? Cosa accidenti c’è che non funziona ancora????
L’adrenalina le dà la scossa necessaria per pensare: l’ultima volta, ieri sera con il meeting con i colleghi, ha funzionato tutto…ma certo! Ha usato gli auricolari.
Più agile di un ninja la mamma si piega sulle ginocchia, striscia silenziosa dietro la sedia dove è seduto composto il figlio, ruota intorno al PC, raggiunge il fianco del portatile da dove in effetti esce un filo che si perde sotto una pila di libri, lo afferra e comincia a recuperarlo strattonandolo, come se una trota di enormi dimensioni avesse finalmente abboccato all’amo.
Ecco emergere dal libro di scienze i due auricolari con microfono annesso, senza esitazioni li tira a sé dando uno strattone che sposta lo stesso computer di qualche centimetro.
Lo spinotto del cavo salta dal connettore e le voci della classe inondano la stanza.
Il suo Tommi comincia la lezione come se non ci fosse stato alcun intoppo.
La mamma sprofonda nel divano (rigorosamente fuori campo) domandandosi quanto accidenti manca alla fine della scuola…